La nostra vita è strettamente legata alla Natura e i suoi cicli. La nostra stessa esistenza è possibile solo grazie alla Natura. La Vegetazione ci offre ossigeno in abbondanza. Il Sole illumina il nostro percorso come un padre che mette al servizio della nostra crescita i frutti del suo lavoro; trasforma il fuoco originario e ce lo distribuisce, come il trasformatore di energia cosmica che è. Al livello spirituale è anche sorgente di coscienza di evoluzione. Quindi senza il Sole non ci sarebbe vita. Basti pensare che quando scompare dal cielo ci affrettiamo a tornare nelle nostre case, andiamo a dormire e raggiungiamo il mondo dei sogni, il subconscio. Siamo i diretti destinatari delle forze della Natura che lo vogliamo oppure no, o che ce ne rendiamo conto al livello conscio oppure no, e tutti noi abbiamo la capacità di comunicare con le forze della Natura, nutrirci per diventare degli esseri eccezionali; ognuno di noi un piccolo sole.

La tradizione distingue quattro elementi: la Terra, l’Acqua, l’Aria e il Fuoco. Imparando ad armonizzarci con questi elementi e con ciò che rappresentano in noi possiamo raggiungere i più alti stati di coscienza e prendere il nostro destino alle nostre mani. I quattro elementi ci insegnano a guardarci attorno e ci aiutano a comprendere il linguaggio della creazione. Però il lavoro dei quattro elementi non è che il primo passo che ci permetterà di penetrare il tempio cosmico della Natura Terrestre e di passare da una semi-coscienza esteriore ad una piena coscienza interiore. Mantenendo il desiderio di apprendere e di andare oltre le apparenze, abbiamo la possibilità di alzare il velo di Maya che ci impedisce la chiara-visione.

Oggigiorno, presi dalla frenesia della vita quotidiana nelle grandi città, abbiamo difficoltà a fermarci anche solo un attimo e guardare la natura osservando la sua trasformazione da una stagione all’altra. Tuttavia, ristabilendo un legame con la Natura possiamo sopprimere la distanza che abbiamo messo fra il mondo esterno e il mondo interno e oltrepassare il dualismo superando noi stessi trovando il nostro percorso verso l’unità. Studiando le azioni delle stagioni, ci armonizziamo con le forze che lavorano sulla Terra ogni momento dell’anno ed espandiamo la nostra conoscenza diventando adagio adagio cittadini di tutto l’universo.

Durante l’inverno tutto sembra morire ma nel profondo i semi iniziano il loro percorso nella quiete delle tenebre, e solo dopo uno sforzo considerevole riusciranno a spuntare alla superficie della terra e vedere la luce.

Nel nostro emisfero l’inverno inizia il 21 Dicembre; le giornate iniziano a crescere, a scapito delle notti che diventano man mano più brevi. La luce trionfa sulle tenebre e l’apparente riposo della Terra, protetta dal suo manto bianco, nasconde la gestazione e il ringiovanimento della Natura. L’inverno è anche governato dall’Arcangelo Gabriele, perciò Gabriele è l’Arcangelo della gestazione e della nascita in senso ampio. Infatti, nella tradizione cristiana, è stato lui ad annunciare l’arrivo di Giovanni Battista ad Anna e Zaccaria e di Gesù a Maria e Giuseppe. Il momento della nascita di Gesù bambino è posizionata al 25 dicembre, giorno in cui l’Arcangelo Gabriele prende le redini dall’Arcangelo Michele nell’emisfero nord. Gabriele ha un ruolo purificatore; è lui che ripulisce la terra dalle sue impurità. Solo di seguito i semi possono lanciarsi fino alla superficie. Ogni donna incinta può chiedergli di aiutarla durante la gravidanza. Lui e la sua legione di angeli accompagnano il feto durante i 9 mesi che occorrono all’anima che si incarna a preparare i diversi corpi. Aiuta la madre a stabilire un contatto telepatico col suo bambino per aiutare l’armonia e lo sviluppo del nuovo organismo. Gabriele è presente anche durante la nascita; fa da anello di congiunzione fra il Cielo e la Terra durante l’arrivo di ogni nuovo bambino qui. Ed è lui che presiede anche la seconda nascita dell’iniziato.

Gesù è veramente nato il 25 di dicembre? Niente nel Nuovo Testamento indica tale data. D’altronde per alcuni Cristiani Ortodossi (es. Russia) è nato il 7 di gennaio. In ogni caso, non ne ha nessuna importanza. E’ il simbolismo che racchiude tale tradizione che è di gran lunga più importante.

Ciò che è essenziale a Natale, è la nascita simbolica di Gesù bambino, portatore della promessa di Cristo. L’intuizione della festa di Natale nasce nel IV secolo. Sembrerebbe che il clero voleva diminuire l’influenza dei Saturnali durante il solstizio d’inverno (dal 17 al 23 dicembre) durante i quali ogni schiavo era considerato libero. All’epoca la nuova religione nascente, ancora assai fragile, incorpora elementi dei culti preesistenti nel suo tentativo, raggiunto con successo, di trionfare sugli altri culti. In realtà solo Vangelo Luca fa riferimento alla nascita di Gesù. Il resto del mito, o della leggenda, è sviluppato nei Vangeli Apocrifi, non riconosciuti dalla Chiesa Cattolica. D’altronde questo essere venuto dalla Luce, al livello simbolico, non poteva che nascere durante il solstizio d’inverno. All’epoca l’umanità viveva in un “inverno spirituale”, nelle tenebre della coscienza, e aveva bisogno di una nuova Luce per illuminarla e riscaldarla.

Il 21 di dicembre le giornate iniziano ad allungarsi e le notti diventano man mano più corte. La luce aumenta e le tenebre diminuiscono. Il solstizio d’inverno celebra l’inizio del trionfo della luce sulle tenebre. Il 25 di dicembre il percorso è abbastanza avviato per poter far nascere Gesù bambino. Questa nascita è innanzitutto una nascita cosmica. Questo non implica in nessun caso che Gesù non è esistito. La sua esistenza non ci lascia nessun dubbio. Ma la sua nascita simbolica è di gran lunga più importante perché ha un significato cosmico.

Winter Flowers – Joseph Monter Martinez

A Natale il bambino divino che è in noi può nascere ma è ancora abbastanza fragile e deve essere protetto dalla coperta di neve affinché i semi abbiano affondato sufficientemente le loro radici sulla terra e sono pronti a lanciarsi verso la luce. Ed è esattamente la stessa cosa che accade anche in noi. Durante l’inverno dobbiamo ripararci al calore delle nostre case e occuparci della nostra luce interna per poter uscire la primavera e raccogliere i frutti del nostro lavoro. Natale rappresenta la gestazione, la nascita e l’infanzia dell’essere umano al livello spirituale del piano divino. Ognuno di noi ha l’obbligo verso sé stesso di prendere cura e di curare i suoi semi interni e di rispettare gli stadi della propria crescita per poter dare i suoi frutti nel momento giusto.

L’albero di Natale, che è un abete, un sempreverde, ci indica che dietro la morte apparente della natura c’è sempre vita. Dunque, l’abete è simbolo di speranza ma soprattutto di eternità.

Sempreverdi – La vita d’inverno

 

Ma qual è il lavoro che dobbiamo fare noi in questo periodo?

Le forze della natura sono nel loro apice fra il 21 e il 25 dicembre; poi iniziano a decrescere. La vittoria della luce sulle tenebre esige un lavoro considerevole. Tuttavia, l’essere umano ha a disposizione un periodo molto più lungo per vincere la sua battaglia contro le sue tenebre interne; va fino all’Epifania e persino fino al 12 gennaio. Il periodo di 12 giorni che va dal 26 dicembre al 6 gennaio, è considerato il nucleo spirituale del nuovo anno da alcuni autori. Ognuno dei 12 giorni rappresenta un giorno delle 12 gerarchie zodiacali. Colui che approfitta di questi giorni per pregare, meditare e al sacro, riceve più velocemente la possibilità di percorrere il camino che lo porta dalla nascita all’età adulta. Simbolicamente il 1° di gennaio rappresenta tutto l’anno, e i primi 12 giorni rappresentano i 12 mesi dell’anno. Durante questi giorni possiamo creare le migliori condizioni per i mesi a venire. Mettiamo coscienza. Mettiamo la giusta intenzione. Mettiamo anche dei buoni propositi per l’anno nuovo. L’essenziale è vivere questo periodo con gioia, armonia, preghiera o meditazione, ringraziando. Così facendo l’essere umano riceve una parte delle forze cosmiche che si riversano sulla terra. Così può iniziare a prendere il suo destino sulle mani al riparo delle forze che lo schiavizzavano finora.